Lo yoga per i bambini ha conosciuto in questi ultimi anni una vera e propria fioritura. Nelle scuole e nei centri yoga si moltiplicano le esperienze e i percorsi offerti a bambini e ragazzi, e sempre meglio questi si raffinano come proposte specifiche e non riadattate dalla pratica per adulti. Eppure ancora sopravvivono pregiudizi persistenti su cosa significhi lo yoga per bambini, per cui diventa importante fare chiarezza, così da evitare aspettative infondate o malintesi.
Yoga e relazione.
Lo yoga con i bambini è relazione con il corpo e a partire dal corpo. Iniziamo da qui, da una parola semplice eppure ricchissima di sfumature: relazione. La nostra capacità di stabilire connessioni, attraverso l’ascolto e la capacità di rielaborare ciò che riceviamo per trasmetterlo a nostra volta, è il fondamento di ogni relazione: con noi stessi, con gli altri, con tutto ciò che compone il nostro mondo. Essere in relazione significa avere un atteggiamento aperto, curioso, desideroso di conoscere e sperimentare, senza troppi (pre)giudizi. Non posso essere in relazione se ho già un’idea forte di come l’altro dovrebbe essere e non riesco a cogliere semplicemente come è. Il contesto di una pratica di yoga con i bambini, dunque, è un contesto in cui potersi esplorare, in cui incontrare quegli strumenti che ci permettono di scoprire come siamo fatti: come funzionano corpo, respiro e mente. È un contesto in cui la diversità può e deve emergere, come fioritura di tutte le potenzialità coinvolte. E perché ciò avvenga abbiamo bisogni di mezzi abili, quelli che la disciplina dello yoga ci offre come riferimenti concreti. Una lezione di yoga, così, avrà anche per i bambini i suoi speciali ingredienti, miscelati con cura e sapienza a seconda dei suoi partecipanti. Ci saranno gli asana, le posizioni della tradizione, e le tecniche respiratorie. Ci sarà il rilassamento, e un primo assaggio di meditazione attraverso esercizi di concentrazione. Ci sarà l’uso della voce, il canto, ma anche spazio per l’espressione figurativa come nella realizzazione dei mandala. Ma ci sarà anche il gioco, lo spazio per la sperimentazione più aperta del corpo in movimento. E ci sarà l’incontro con gli altri, in cerchio, dove ognuno a turno prende parola per raccontarsi e parlare di sé, e attraverso posizioni di contatto, in cui si impara a sentirsi reciprocamente in un equilibrio di forze.
Yoga e pedagogia.
Possiamo ben dire, a questo punto, che lo yoga con i bambini è pedagogia, un percorso educativo che accompagna ciascun individuo in un percorso di conoscenza, di relazione, sempre più sottile, fino a scoprire quella relazione fondamentale tra il nostro corpo, le nostre emozioni e la nostra mente. Tra ciò che facciamo, ciò che sentiamo e ciò che pensiamo. Ed è quando tutte queste dimensioni sono in equilibrio che scopriamo di stare bene, di poterci aprire agli altri con meno paura perché fiduciosi e sereni di ciò che siamo noi stessi. Lo yoga, infatti, ci conduce anche a fare i conti con la nostra idea di tempo, con il nostro modo di occuparlo tutto senza lasciare spazi. Ci educa a rallentare, per guardarci dentro, per trovare in noi motivazioni e valori da seguire evitando immagini stereotipate e bisogni indotti. Ci insegna ad osservare e a cercare di comprendere le nostre emozioni, a reggere i nostri insuccessi e a gioire dei risultati raggiunti senza costringerci in etichette di vincitori o perdenti.
Educare ed essere educati.
Il ruolo dell’adulto è in questo contesto determinante e non può essere improvvisato, perché è proprio la sua capacità di porsi in relazione a creare l’ambiente emotivo nel quale si potrà sviluppare il percorso dei bambini o dei ragazzi. È, dunque, davvero importante che l’insegnante sappia trasmettere calore, affetto ed empatia, partendo da ciò che gli alunni sanno fare e mettendo a disposizione le proprie capacità di adulto non per sostituirsi ai bambini, ma per fare in modo che possano fare ciò che da soli non sarebbero in grado di fare. Così saranno i bambini a sentirsi protagonisti, non tanto esibendo i loro singoli risultati, ma valorizzando l’intero processo, il percorso fatto da tutto il gruppo. Perché ciò si realizzi davvero anche l’adulto deve essere disponibile a percorrere con apertura il percorso dello yoga, educando e al tempo stesso lasciandosi educare, praticando in prima persona i suoi principi ed esplorandone con apertura di cuore gli strumenti per riconoscere di volta in volta quelli più adatti. Sarà, infatti, ciò che avremo davvero compreso ed elaborato che passerà in ogni incontro, perché insegniamo e trasmettiamo agli altri il nostro sapere non tanto con le parole, ma con il nostro fare, con il nostro modo di esserci.
I luoghi dello yoga.
Abbiamo visto come lo yoga con i bambini sia una disciplina ricca, ma al tempo stesso profondamente semplice. Che più che caratterizzarsi come un corso per bambini, vuole essere per loro un vero e proprio percorso educativo. Non abbiamo bisogno di attrezzi particolari, se non di uno spazio adeguato in cui poterci sedere in cerchio. Possono esserci oggetti utili e significativi: il tappetino, una campana, dei cimbali, un bastoncino d’incenso. Può esserci l’accompagnamento della musica o di una narrazione, ma tutto può essere semplificato e riadattato, perché il centro della pratica è nel corpo, nel suo movimento, nella sua capacità di stare in ascolto. Questo permette allo yoga di essere una disciplina rigorosa e al tempo stesso flessibile, che può essere portata anche in contesti più sensibili, come quelli scolastici. Anzi, è in particolare nella scuola, che ora lo yoga sembra poter portare il suo maggiore beneficio, aiutando i bambini in questo particolare momento storico a rimanere in relazione con il proprio corpo e a dare espressione al proprio vissuto interiore. Non è un caso che tanti progetti di yoga nelle scuole, in particolare in quelle primarie, stiano fiorendo anche nel nostro territorio, come il Progetto Impariamo (con) lo yoga , che il Centro Natura sostiene e promuove da quattro anni.
L’augurio dello yoga.
In queste poche righe abbiamo cercato di trasmettere quello che per noi è lo spirito dello yoga per bambini, valorizzandone gli aspetti educativi più che quelli tecnici. Tante e tante cose ancora si potrebbero dire, perché tante possono essere le sfumature negli approcci che ciascun insegnante può avere, a partire dalla propria personalità e dall’esperienza individuale. Crediamo però davvero che il terreno comune su cui tutto può poggiare è quello dell’ascolto, un ascolto profondo e presente a ciò che incontra. Da esso nasce quell’atteggiamento di rispetto per ogni diversità, che può permetterci di creare e nutrire un vero dialogo con i bambini e tra i bambini. Quel dialogo che permette di coltivare e di far fiorire i principi dell’accoglienza, dell’inclusione, della democrazia, della pace e della convivenza civile. E questo è l’augurio e il contributo più grande che ancora oggi lo yoga può portare alle nuove generazioni: imparare a star bene con sé stessi perché di nuovo torni a star bene il nostro mondo.
Da ottobre ripartiranno i nostri corsi di yoga bimbi e di mum and baby yoga , tenuti quest’anno da Eléonore Grassi e Barbara Donati.
Se siete curiosi vi aspettiamo per una lezione di prova!
Testo curato da Anna Bergonzini, pedagogista e coordinatrice del Progetto Impariamo (con) lo yoga, e Virginia Farina, educatrice, operatrice culturale e insegnante di Raja yoga e yoga bimbi per il Centro Natura.