Consigli di lettura: “Il cuore dello yoga” di T. K. V. Desikachar

Al momento stai visualizzando Consigli di lettura: “Il cuore dello yoga” di T. K. V. Desikachar

un classico imperdibile per portare lo yoga in vacanza

Uno spazio vuoto

Come possibilità

D’essere, in ascolto

Del corpo 

Del respiro

Dei pensieri

In realtà, non si può parlare di vacanze al plurale,

ma della “Vacanza”,

quella dello Spirito,

che è il contrario del nostro stato abituale.

La vacanza è uno stato dello Spirito,

non si tratta di andare da qualche parte, perché possiamo essere in vacanza in ogni momento.

Significa essere disponibili… Essere!

Gérard Blitz

 

Avete appena incontrato lo yoga, iniziate ad appassionarvi, e cercate un libro per iniziare a curiosare in questo nuovo mondo? Bene, questo libro è perfetto per voi!

Avete già qualche anno di esperienza e volete una guida che vi aiuti a creare una pratica personale da continuare nei mesi di sospensione dei corsi? Questo è il libro giusto per voi!

Siete praticanti esperti e cercate un testo per approfondire le vostre conoscenze? Certamente questo libro farà al caso vostro!

A questo punto il vostro sguardo si sarà fatto quanto meno curioso se non addirittura sospettoso, come è possibile che un solo libro parli a ogni tipo di praticante a prescindere dal suo livello di esperienza?

Non sono tanti i libri capaci di rivolgersi a persone tanto differenti tra loro, e spesso sono quei libri che non esauriamo mai, che possiamo leggere e rileggere in diversi momenti della nostra vita riscoprendo ogni volta in essi qualcosa di nuovo. “Il cuore dello yoga” è tra questi: un libro inesauribile, che compone nelle sue pagine un percorso vastissimo e aperto in diversi sensi e direzioni, nel quale possiamo entrare in ogni momento, sapendo che potremo essere accolti in esso, compresi, proprio così come siamo.

Questa è la chiave di volta non solo della lettura di questo libro, ma dello stesso pensiero sullo yoga che Desikachar ci offre: non esiste un riferimento assoluto alla pratica di questa disciplina, piuttosto essa si rivelerà tanto più giusta quanto più vicina alle nostre necessità. E questo perché prima di essere una pratica volta a un perfezionamento di noi stessi, fisico o mentale che sia, è un percorso di conoscenza e di scoperta di ciò che siamo, molto al di là di quanto crediamo di essere.

Per prima cosa Desikachar, riprendendo gli insegnamenti di suo padre, Sri Krishnamacharya, uno dei più importanti yogin e maestri del Sud dell’India del secolo scorso, ci spiega come avvicinarci alla pratica. E lo fa in modo semplice, parlandoci da cuore a cuore, senza mai esprimere un giudizio o generare, con le sue parole, gerarchie di doveri e di valori. Persino la sua etica si dimostra uno spazio abitato con calore e cura, dove i precetti morali non sono mai rigide richieste, ma posture di ascolto.

Partiamo, dunque, da una domanda: cosa stiamo cercando nello yoga? Di cosa abbiamo bisogno? C’è una prima semplice risposta che possiamo darci, una risposta umile, senza grandi pretese, eppure fondamentale a ogni crescita anche spirituale: stare bene.

“Nelle società più antiche lo yoga svolgeva il suo ruolo classico: prevenire le malattie e conservare la salute del gruppo sociale. Quindi, nella nostra società, c’è molto posto per lo yoga, c’è qualcosa che non va e si cerca un rimedio. Non si tratta solo di malattie fisiche, ma anche della perdita della voglia di vivere, dell’incapacità di esprimere il proprio potenziale.”

Così Desikachar arriva in pochi passaggi al cuore della motivazione di molti di noi occidentali, una motivazione che tante volte ci troviamo a denigrare e che pure ci dice qualcosa di molto importante su noi stessi e sul diffuso malessere dentro cui, forse ora più che mai, ci sentiamo immersi. E non soltanto ci permette di accogliere e comprendere la nostra motivazione, ma ci offre una possibilità concreta per prendercene cura, senza chiederci di aderire a nessun modello e a nessun ideale.

“Chiunque sia in grado di respirare e usare le mani è anche in grado di praticare lo yoga.” diceva Krishnamacharya, aprendo in modo assolutamente rivoluzionario per la sua epoca la pratica a tutti, uomini e donne di qualunque età e provenienza sociale, anche in condizione di salute non sempre ottimali.

Una volta entrati nella via, nel cammino dello yoga diventa poi importante trovare una guida, un insegnante, e qui il libro diventa un consigliere prezioso, dandoci sia quegli elementi che ci permettono di riconoscere le qualità di un buon insegnamento (capacità di guardare con attenzione e ascoltare l’altro, così adattare su ciascuno la giusta pratica, è  lo yoga ad adattarsi alla persona e non solo viceversa) che quegli spunti che ci consentono di renderci progressivamente autonomi, sperimentando principi e posture, prendendo confidenza con le architetture sottili che costituiscono una sequenza.

Quando i principi si sono radicati in noi e il nostro tempo dedicato alla pratica cresce, spontaneamente, ci dice Desikachar, iniziano a manifestarsi i suoi frutti, quelle trasformazioni che andiamo cerchiamo e che pure non possiamo ottenere per sola forza di volontà. Iniziamo a vedere e sentire le cose in modo più ampio e profondo, ci scopriamo essere nella meditazione al di là di ogni fare.

Ed è qui che i testi antichi diventano accessibili ad una comprensione non solo intellettuale, ma anche intima, personale, perché in essi diventiamo capaci di riconoscere ciò che ci riguarda direttamente. Ed è questo il percorso più profondo che questo libro ci permette di cogliere, quello dentro il “senso” dello yoga. È a questo livello che ci diventa finalmente chiaro che il fine dello yoga non è il potere, in nessuna forma, ma la pace, una pace che esiste come relazione con tutto ciò che sta dentro e fuori di noi, al di là di ogni concetto di separatezza. Come senso di intimità con noi stessi e con il mondo, a partire da una conoscenza fondata sull’accoglienza e sulla presenza, ma anche su un continuo richiamo all’autenticità.

In questa estate non semplice, dunque, e così densa per tutti noi di prove e riflessioni importanti, il nostro augurio è quello di trovare un tempo che sia davvero tutto per voi, dove staccare e ricaricarvi in una vera e propria vacanza, non soltanto dei sensi, ma anche dello spirito. E siamo certi che questo libro, nel fondo di una borsa o di una valigia, sarà un compagno di viaggio prezioso e un piccolo speciale ingrediente per donare alla vostra vacanza un inaspettato profumo di libertà.

 

Testo curato da Virginia Farina per la Scuola di Yoga Centro Natura

Condividi