Il viaggio del piede: fondamenta del nostro cammino.
Dialogo con Alessandro Fattorini, insegnante di yoga, a cura di Virginia Farina per la Scuola di Yoga Centro Natura
L’architettura vivente sotto di noi
Molto spesso nei nostri articoli cerchiamo di approfondire temi e riflessioni che riguardano gli aspetti più sottili dello yoga, ma come ben sappiamo non può esserci nessuna comprensione profonda che non passi dal corpo e dall’esperienza diretta. Per questo abbiamo deciso di “tornare coi piedi per terra” e dialogare con Alessandro Fattorini, insegnante di yoga posturale della Scuola di Yoga Centro Natura che quest’anno ha condotto un ciclo di seminari dedicato proprio ai piedi, un ciclo che, per ora, si concluderà con un ultimo incontro il prossimo venerdì 16 maggio 2025.
Virginia: Perché dedicare un intero ciclo di incontri ai piedi nella pratica yoga? Ne sappiamo e li consideriamo davvero così poco?
Alessandro: I piedi sono il nostro contatto primario con la terra, il punto di appoggio e di slancio, il luogo in cui possiamo riposare e fare radice, e da cui in ogni passo riprende il nostro cammino. I nostri piedi rappresentano una meraviglia evolutiva spesso trascurata. Pensate: 26 ossa, 33 articolazioni e oltre 100 muscoli, tendini e legamenti in ciascun piede – circa un quarto delle ossa dell’intero corpo si trova nei piedi! Durante i seminari abbiamo utilizzato l’immagine di una bicicletta super molleggiata costretta a muoversi solo su strada asfaltata. Similmente, i nostri piedi sono progettati per adattarsi a terreni diversi, ma la vita moderna li confina spesso in calzature rigide e superfici uniformi.
Virginia: Proviamo ad osservarli da più vicino. Possiamo dire che i piedi abbiano una struttura a “tripode”, con tre punti di appoggio, ma di cosa si tratta esattamente?
Alessandro: La struttura a tripode rappresenta i tre punti fondamentali di contatto con il suolo: il centro del tallone, la base dell’alluce e la base del mignolo. Questi tre punti formano un triangolo di supporto che crea gli archi dinamici del piede. È importante sottolineare che gli archi non sono progettati per essere semplicemente “alti” o “bassi”, come spesso si sente dire, ma per distribuire il peso e assorbire gli impatti in modo efficiente. Quando questi tre punti sono attivamente in contatto con il terreno, creano una base stabile che influenza positivamente tutta la postura.
La danza intelligente del camminare
Virginia: Il nostro piede sembra avere una divisione funzionale delle sue parti, ogni elemento ha una funzione specifica in relazione con il tutto. È così?
Alessandro: Certamente. Il piede si divide funzionalmente in due parti: il “heel foot” (piede del tallone), responsabile dell’assorbimento dell’impatto, e l’ “ankle foot” (piede della caviglia), che fornisce la spinta propulsiva nel passo. Questa organizzazione a spirale permette al piede di essere contemporaneamente stabile e flessibile – un paradosso biomeccanico affascinante. Nel piede sano, queste due componenti lavorano in armonia creando un movimento fluido ed economico.
Virginia: Tutto questo ha effetti sul nostro modo di camminare. Potresti spiegarci meglio come funziona?
Alessandro: Possiamo identificare tre elementi fondamentali nel camminare. Il primo è la spirale energetica del passo: il percorso del peso che, come una molla, immagazzina e rilascia energia attraverso gli archi del piede. Il secondo è la gestione del centro di gravità nel movimento, osservando la differenza tra una camminata “trainata” dalle gambe e una “cadente” guidata dal centro. Infine, l’origine del movimento della gamba, scoprendo come piccole variazioni nell’iniziazione del movimento – dall’anca, dal bacino o dallo psoas – possano trasformare completamente la qualità del nostro passo.
Virginia: Qual è stata la risposta di chi ha iniziato a seguire il tuo percorso? I piedi si fanno sentire?
Alessandro: Certo! Molti partecipanti riferiscono una maggiore percezione di spazio tra le dita, una sensazione di leggerezza e una connessione più profonda con il terreno. I nostri piedi possiedono una straordinaria capacità di adattamento e, quando offriamo loro l’opportunità di riconnettersi con la loro intelligenza naturale, rispondono con entusiasmo. Non si tratta di “correggere” i nostri piedi o la nostra camminata, ma di permettere loro di ritrovare la saggezza intrinseca che possiedono.
La pratica quotidiana: piccoli passi, grandi cambiamenti
Virginia: Quali pratiche semplici possiamo integrare nella nostra quotidianità per non dimenticarci più dei nostri piedi?
Alessandro: Ecco quattro proposte emerse dai nostri seminari:
Prima, la pratica dei tre punti: prima di iniziare la giornata, trovate i tre punti di contatto del piede e percepite come distribuiscono il peso.
Seconda, cercate la varietà di superfici: quando possibile, camminate a piedi nudi su terreni diversi come erba, sabbia o ciottoli.
Terza, dedicate momenti di consapevolezza: 30 secondi di attenzione ai piedi prima di una pratica yoga o durante pause nella giornata possono fare una grande differenza.
Infine, osservate il vostro centro: mentre camminate, sentite come il centro di gravità si muove e come le gambe “seguono” naturalmente questo movimento centrale.
Virginia: Credo che la connessione tra questo lavoro sui piedi e la pratica yoga sia fondamentale, non solo per una buona postura, ma anche per risvegliare la sensibilità del nostro corpo nella sua interezza. Che ne pensi?
Alessandro: I piedi rappresentano letteralmente il nostro fondamento nella maggior parte degli asana in piedi. Quando portiamo consapevolezza ai tre punti di contatto e alla distribuzione del peso, trasformiamo posizioni come Tadasana da semplici “stare in piedi” a profonde esperienze di radicamento e centratura. Inoltre, la comprensione della spirale energetica del piede ci aiuta a trovare stabilità nelle torsioni e fluidità nelle transizioni tra le posizioni. Nei prossimi incontri, esploreremo ulteriormente l’integrazione della consapevolezza dei piedi nella pratica dello yoga, la relazione tra piedi e postura globale, e la connessione tra piedi, bacino e respiro.
Un passo alla volta
Virginia: Ascoltarti mi ha fatto tornare alla mente un ricordo: anni fa mentre tenevo un laboratorio di yoga in un nido, una bambina di due anni e mezzo a un certo punto ha esclamato entusiasta: “Guarda, ho i piedi!”.
A volte diamo così tante cose per scontate, come l’architettura meravigliosa dei nostri appoggi e ciò che ci permettono di fare, e per questo credo sia fondamentale fermarci ogni tanto per ripulire lo sguardo dalle abitudini.
Grazie per questo tuo prezioso contributo, c’è ancora qualcosa che vuoi aggiungere?
Alessandro: Questi spunti sono solo un’introduzione a questo vasto universo di esplorazione somatica. Come ricorda un antico proverbio: “Il viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo”. E la qualità di quel passo dipende dalla consapevolezza che portiamo ai nostri piedi. I piedi sono la nostra radice, il nostro contatto con la terra. Quando li ascoltiamo, ci raccontano storie di equilibrio, sostegno e direzione. In un mondo che ci spinge costantemente a guardare avanti e verso l’alto, forse la saggezza più profonda si trova proprio sotto di noi.
Alessandro Fattorini terrà un nuovo seminario di yoga dal titolo “La connessione tra i piedi e il bacino”, venerdì 16 maggio 2025 dalle ore 17.30 alle 19.30 al Centro Natura.
Per ulteriori info vedi qui.